Secondo una vecchia credenza, farsi scrocchiare le nocche delle mani causerebbe a lungo andare l’artrosi; quando lo facciamo, udiamo quel rumore fastidioso di ossa e un po’ rabbrividiamo. Ma che cos’è che provoca quel suono insopportabile e quanto c’è di vero nel dire che, nel tempo, quel giochetto potrebbe farci del male?  

Beh, se nel momento in cui vi fate scrocchiare le dita avvertite un fremito o peggio un certo dolore fisico, allora dovreste evitare di farlo e consultare un dottore. Ma se questi sintomi non li avvertite, sarà poi vero che la pratica è comunque dannosa per voi? La risposta è: probabilmente no. 

 Vediamo innanzi tutto perché le nocche fanno rumore? Nelle articolazioni c’è uno spazio nel quale si trova una sostanza chiamata «liquido sinoviale» che serve a ridurre la frizione fra le giunture nel momento in cui fate movimento. Questo fluido ha la funzione di un lubrificante e contiene dei gas (ossigeno, azoto e biossido di carbonio) . 

 Quando fate scattare le dita, aumentate lo spazio tra un osso e un altro. Questo prolungamento determina una sorta di vuoto, che risucchia il liquido sinoviale all’interno di quello spazio dilatato. Si formano così delle bolle, le quali poi scoppiano, producendo il rumore che sentite.  

 Per fare scrocchiare sonoramente la stessa nocca una seconda volta, dovrete attendere almeno 20 minuti, quelli che occorrono ai gas per tornare all’interno del fluido dentro le articolazioni. Più fate scricchiolare un’articolazione, più questa si allenta e più si allenta più facilmente riuscirete a farla scrocchiare nel tempo. 

 Ma non sarà proprio quell’allentarsi dell’articolazione il segnale che qualche danno lo stiamo facendo e che in futuro andremo incontro all’artrosi? Di nuovo: verosimilmente no.  

 A conferma di ciò ci sarebbero gli studi di Donald Unger il ricercatore in assoluto più accreditato in fatto di «scrocchiamento di dita». Quando era ragazzino, sua madre lo rimproverava sempre quando faceva il giochetto delle nocche dicendogli che da grande avrebbe sofferto i dolori dell’artrosi.  

 A quel punto, il suo scrocchiarsi le dita, divenne un vero e proprio studio applicato in forma scientifica. La storia di quel percorso è stata raccontata per esteso sul Los Angeles Times nel 2009. Il giovane Donald seguitò a farsi scattare le ossa delle dita per ben 60 anni! Ma utilizzando soltanto la mano sinistra. La destra la lasciò appositamente in pace per poter mettere a confronto gli effetti nel tempo sulle due estremità.  

 Il suo esperimento dimostrò che nessuna conseguenza era evidenziabile dopo decenni di azione sulla mano sinistra.  

 Ora bisogna tenere conto che si tratta di un esperimento unico nel suo genere (ve ne furono altri ma non così approfonditi e prolungati negli anni). La ricerca di Unger (per la quale egli vinse l’IG Nobel per la Medicina, ossia la parodia del vero premio) viene considerata comunque assolutamente attendibile dalla comunità scientifica che ha stabilito che non c’è collegamento tra l’artrosi e la ripetuta manipolazione delle nocche.  

 Nel 2010 fu comunque messo a punto uno studio su un campione di 215 persone per verificare ancora una volta gli eventuali effetti e i possibili collegamenti con i disturbi artritici nel tempo. Ebbene, venne fuori qualcosa di sorprendente anche se probabilmente casuale. Ci furono più casi di artrosi in coloro che non si erano fatti scrocchiare le dita, piuttosto che negli altri. 

 Altre ricerche su questa pratica erano state portate avanti nel 1975 e nel 1990.